Il recupero e la riqualificazione urbana sono oggi un tema importante nelle agende di tutte le grandi città nel mondo. Da qualche anno si è sviluppata la tendenza al recupero di strutture in disuso come le linee ferroviarie dismesse, vestigia di uno sviluppo e di un’economia industriale in parte superata e comunque in evoluzione.
La necessità di riqualificare questi spazi è stata colta dalle Ferrovie italiane e Rete Ferroviaria Italiane che hanno pubblicato recentemente un Atlante delle linee dismesse[1] anche se l’interesse per le tratte ferroviarie in disuso, e non solo, è intenso e diffuso da alcuni anni[2]. L’obiettivo dell’Atlante è consentire alle Associazioni interessate, alle Amministrazioni pubbliche, ai Ministeri competenti di individuare e valutare al meglio, le innumerevoli opportunità offerte dalle linee dismesse[3]. Tale realtà in Liguria è già stata colta in parte attraverso il recupero di diverse linee lungo la costa che sono diventate percorsi e piste ciclabili[4]. Molto interessante però è lo sviluppo di progetti di recupero all’interno delle grandi aree urbane. Progettualità interessanti si sono concretizzate in alcune metropoli ove si sono realizzati parchi lineari diventati vere arterie verdi che hanno riqualificato interi contesti prima abbandonati e degradati.
La Promenade Plantée di Parigi è il primo parco pubblico lineare sopraelevato al mondo, realizzata a partire dalla fine degli anni ’80 è stata inaugurata negli anni novanta[5]. Nasce sulla linea ferroviaria dismessa che dal 1859 collegava la Place de la Bastille alla Varenne-Saint-Maur. Lungo il suo tragitto si alternano architetture moderne e aree di vegetazione selvatica nate lungo il percorso: un’esperienza che si snoda su 4,5 km arricchita da piante come tigli, noccioli, piante rampicanti, rosai. Proprio per la sua caratteristica i pedoni possono camminare nella zona sopraelevata mentre al livello inferiore si trovano percorsi per i ciclisti, i due tracciati poi convergono. L’accesso è gratuito per tutti e ciò rende questa promenade un esempio curato di gestione di un parco cittadino sopraelevato che nasce dal recupero di una linea ferroviaria in disuso. Una sorte più difficile è invece quella della Petite Ceinture, oltre 32 kilometri che fanno il giro di Parigi, costruiti tra il 1852 e il 1869, adibiti al traffico delle merci e dei viaggiatori. La linea è dismessa da tempo e il comune ha reso accessibili alcuni tratti aperti al pubblico nel 2013. La scelta, in questo caso, è stata quella di conservare il nome originale della linea, Petite Ceinture, così come di lasciare intatti i binari che corrono al centro di questo nuovo corridoio verde. Il tratto per ora aperto si estende per poco più di un chilometro lungo il XV arrondissement a sud di Parigi, collegando il parco André-Citroen al parco Georges Brassens. Ma il progetto prevede in futuro l’apertura al pubblico anche di altre parti del tracciato, che originariamente circondava l’intera città[6].
L’esempio della Promenade Plantée ha ispirato la realizzazione di un altro spazio verde lineare dalla notorietà più accentuata: l’High Line, uno splendido giardino di New York[7], anzi un parco urbano, anch’esso ricavato dalla riconversione di una linea ferroviaria sopraelevata dismessa. E’ uno spazio di proprietà pubblica costruito sulla storica linea merci sopra West Side a Manhattan. Per decenni è stata un’area abbandonata, oggi troviamo: fiori, orti, binari, acque che scorrono dove bagnarsi e panchine che vivono in armonia nella realtà post industriale della metropoli. Al di là della sua bellezza e originalità (scorre rialzata tra i tetti delle case e si scorge una vista non usuale) sono le modalità di recupero che la rendono ancora più speciale. E’ nata dall’idea di cittadini (Friends of the High Line) che si sono opposti alla distruzione della linea ferroviaria dismessa e hanno progettato la sua riconversione. Ancora oggi il costo della manutenzione è a carico in buona parte dei volontari anche se la proprietà del parco è pubblica. Oggi l’High Line è eventi, cultura, iniziative quali “adotta una pianta”, arte, musica, e un’intensa bibliografia dedicata: dai libri fotografici alla sua storia. Si può camminare sui binari che emergono e percorrono ancora la linea e su cui scorrono le sdraio realizzate in legno, vestigia di un passato che sopravvive.
Una storia e un esempio che ispirano[8]. Il fascino di una linea ferrata dismessa che diventa un parco[9] è un sogno che si realizza. Uno spazio restituito alla città e soprattutto alla gente che si è unita e organizzata per la gestione di questi nuovi spazi verdi. Non un parcheggio o solo una pista ciclabile di asfalto, molto di più, parchi lineari che diventano veri volani di una riqualificazione[10] e di uno sviluppo di aree depresse e abbandonate.
Il comune di Milano sta avviando in tale direzione delle progettualità stimolanti. Il progetto “Rotaie verdi”[11] è stato presentato lo scorso 19 ottobre 2016 all’Urban Center di Milano. Obiettivo del progetto, elaborato dal Wwf, col supporto di Fondazione Cariplo in partnership con il Comune di Milano, Cooperativa Eliante e Rete ferroviaria italiana, è trasformare gli scali ferroviari abbandonati in un’oasi verde[12]. Lo scopo del progetto pilota è quello di realizzare uno studio di fattibilità per creare un vero e proprio parco lineare tra lo scalo di San Cristoforo e quello di Porta Romana, utilizzando le fasce di rispetto dei binari ferroviari in attività come elementi di connessione delle oasi urbane a loro volta realizzabili nei due scali in dismissione.
L’intenzione, sulla scia delle esperienze di successo già citate e realizzate a Parigi e a New York, è di creare una struttura che penetri la matrice urbanizzata, fornendo nello stesso tempo alla città un nuovo concetto di parco urbano, caratterizzato da un “verde selvatico”, libero di crescere, morire e trasformarsi, rimanendo però fruibile per i cittadini di Milano. L’obiettivo non è solo aumentare il verde e combattere il degrado delle periferie cittadine: il parco lineare si propone come un corridoio ecologico con il fine di collegare la città con la campagna, il sud di Milano con il Parco agricolo alle porte della metropoli, ospitando ecosistemi tipici del territorio lombardo.
Anche l’iniziativa “Dagli Scali, la nuova città”[13] è particolarmente interessante, workshop promosso da FS Sistemi Urbani in collaborazione con il Comune di Milano e il patrocinio della Regione, realizzato nel dicembre 2016 e che ha coinvolto anche la cittadinanza[14]. Un evento pensato per immaginare la città di domani partendo dalla riqualificazione delle aree ferroviarie dismesse attraverso un percorso partecipato, che con la loro superficie complessiva di oltre un milione di metri quadri rappresentano una straordinaria occasione di ricucitura territoriale tra il centro e le periferie e una grande opportunità di sviluppo sostenibile della città.
Un esempio di recupero di linee viarie in disuso in Valpolcevera è quello del percorso dell’ex guidovia che giungeva, prima della sua dismissione, al Santuario della Madonna della Guardia[15]. Oggi sono ancora visibili in parte i binari, gli scambi e le gallerie della tratta dismessa da decenni e trasformata in un parco lineare che attraversa i boschi fino alle alture del monte Figogna. Nel 2006 in comune di Ceranesi attuò il progetto di riqualificazione di tale tratta, con la ripulitura e la messa in sicurezza delle parti esposte, trasformata così in un percorso escursionistico e ciclabile di particolare bellezza.
I progetti di recupero storico dei reperti di “archeologia ferroviaria” e di ricostruzione della cultura e della memoria del lavoro in ferrovia e del contesto anche sociale sviluppatosi intorno ad essa non mancano. L’Associazione di volontariato Mastodonte dei Giovi[16] ne è un esempio e propone, tra i suoi obiettivi, l’Ecomuseo delle linee ferroviarie dei Giovi. Il Mastodonte dei Giovi ha tra i suoi obiettivi anche la volontà di coniugare la cultura storica, con la memoria del lavoro e del territorio, per recuperare quel patrimonio immateriale che i territori e le comunità hanno il compito di custodire, valorizzare e consegnare ai giovani[17].
Modelli che stimolano e arricchiscono e in Valpolcevera, tra le varie aree abbandonate, c’è anche un binario, vestigia di una tratta ferroviaria merci ormai dismessa, che è un sogno e un progetto, forse, non solo di un bambino che così scrive:
Sono un bambino della Valpolcevera. Amo treni e binari e a Fegino c’è un bellissimo binario morto, parallelo a Via Quartini. Prima collegava Trasta a Rivarolo. Era una linea merci non elettrificata credo. E’ il mio sogno.
A giugno sono stato a New York e lì hanno trasformato un collegamento ferroviario dismesso, l’High Line, in uno splendido giardino: binari tra i fiori e gli alberi, panchine, orti, spazi ristoro, fontane. Perché zone come Fegino e Trasta non possono essere restituite alla cittadinanza e diventare splendidi giardini per far risorgere un’area cosi sacrificata della Valpolcevera? Trasformare il ponte ferroviario sul Polcevera in un posto dove poter passeggiare. Finalmente anche Fegino potrebbe avere un giardino e non solo grigi e impattanti ponti sopra le case e aree abbandonate. Lasciare quei binari dismessi che tanto mi piacciono per ricordarci il passato ma trasformarli in giardini per far giocare i bambini come me[18].
L’idea di un bambino è diventato un progetto scolastico: la geometria si è sposata con la progettazione e la rigenerazione urbana vista con gli occhi degli alunni della 4° D della scuola Elementare Ludovico Ariosto di Genova Certosa. Intanto il procedimento che si è attivato a seguito della lettera che ha stimolato le Ferrovie Italiane, prevede la possibilità di una cessione in comodato gratuito del binario al Comune di Genova.
Forse solo un sogno ma può succedere che la realtà, grazie alla sinergia di forze e volontà che si incontrano, diventi più bella dei sogni stessi e delle speranze, come altrove, nel mondo, è già accaduto. Molti esempi oltre i nostri confini ci insegnano proprio questo. Basta solo guardare oltre e scoprire la bellezza di un tratto di ferrovia abbandonata che può trasformarsi in un giardino.
(da Patrizia Palermo, “Dal verde pubblico al verde comune”, 2017, Aracne editore, Roma).
[1]FERROVIE ITALIANE – RETE FERROVIARIA ITALIANE, Atlante delle linee dismesse, novembre 2016, in http://www.rfi.it/. Ferrovie italiane e Rete Ferroviaria Italiane sono oggi proprietarie di un esteso patrimonio immobiliare dismesso: circa 1500 km di linee ferroviarie, più di 400 stazioni e migliaia di fabbricati. Come espresso nella presentazione dell’Atlante: ‘Questo insieme di beni può diventare un volano per iniziative di valorizzazione del territorio, una vera opportunità per il nostro Paese, per l’economia e per il ricco patrimonio culturale, storico, architettonico e paesaggistico che si dispiega lungo le linee’.
[2] Si cita ITALIA NOSTRA, Ferrovie delle meraviglie, 2014.
[3] FS Italiane e Rete Ferroviaria Italiana hanno dichiarato di essere impegnate nel mettere a disposizione delle Amministrazioni locali il sedime ferroviario delle linee dismesse per realizzare percorsi per le cosiddette Greenways
[4] Un esempio di successo nel riuso di linee non più utilizzate per l’esercizio ferroviario è la ex linea del ponente ligure, ceduta alla Regione Liguria e trasformata nella pista ciclabile del Parco Costiero Riviera dei Fiori, tra San Lorenzo al Mare e Ospedaletti. Si ricordano, ad esempio, anche i percorsi recuperati tra Cogoleto e Piani di Invrea di Varazze, Celle Ligure, Albissola Marina, Framura. Per approfondimenti si veda l’Atlante delle linee dismesse, cit.
[5] Chiamata dai francesi anche Coulée verte (colata verde), progettata da Jacques Vergely e Philippe Mathieux.
[6] FOLK P., By the silent line, 2015, in http://www.pierrefolk.com/lapetiteceinture.html
[7] Si ricorda il ‘Planyc 2030, a greener, greater New York’, programma del sindaco di New York Michael R. Bloomberg. Le azioni a cui punta il Piano del Verde sono:
- garantire ad ogni cittadino di poter raggiungere un’area verde in non
più di dieci minuti di cammino;
- promuovere le aree aperte multiuso;
- promuovere il verde e gli orti scolastici, la didattica ambientale;
- promuovere il verde sportivo;
- rivitalizzare le aree produttive dismesse (Brownfields), le aree periferiche poco e/o mal usate, le aree interstiziali e di risulta;
- promuovere gli usi sociali degli spazi aperti;
- rigenerare i bordi dei torrenti, dei canali, dei corsi d’acqua;
- consentire quanto più possibile l’affaccio e, se possibile, il contatto con l’acqua, dolce e salata;
- favorire la sosta, la riproduzione, l’alimentazione della fauna selvatica in città.
Il piano è consultabile alla pagina http://www.nyc.gov/html/planyc/downloads/pdf/publications/planyc_2011_planyc_full_report.pdf
[8] La Promenade Plantée e la Hight Line hanno ispirato anche la BeltLine di Atalanta, in www. http://beltline.org/, il Reading Viaduct di Philadelphia e il Bloomingdale Trail di Chicago.
[9] COSTA F., Breve storia dell’Hight Line, 27.03.2015, in http://www.klatmagazine.com/
[10] Sui vantaggi della riqualificazione della Reading Viaduct di Philadelphia si veda http://readingviaduct.org/
[11] Scali ferroviari: l’idea di un grande parco lineare tra San Cristoforo e Porta Romana, in http://www.fsnews.it.
[12] Lo studio di fattibilità del progetto”Rotaie Verdi” è scaricabile al sito http://www.comune.milano.it/
[13] http://www.comune.milano.it e http://www.scalimilano.vision.
[14] Dagli scali, la nuova città”, oltre 800 milanesi al lavoro sulla Milano che verrà, in http://www.comune.milano.it/
[15] L’autoguidovia della Madonna della Guardia era una peculiare tranvia che collegava San Quirico di Genova al santuario della Madonna della Guardia sul monte Figogna. Caratterizzato da una originale soluzione tecnologica che consentiva di aumentare l’aderenza dei veicoli sulle salite, l’impianto fu attivo fra il 1929 e il 1967. Sul tema si veda SASSO A., SERRA C., Guidovia della Guardia in Mondo ferroviario, n. 54, dicembre 1990, Editoriale del Garda, Brescia, p. 6.; LAMPONI M., SERRA C., I Trasporti in Val Polcevera – Dalla via Postumia alla Metropolitana, Nuova Editrice Genovese, Genova, 1996; SERRA C., Una guidovia per il santuario, 3ª ed., Genova, Nuova Editrice Genovese, 2011.
[16] http://mastodonte.altervista.org/
[17] MAZZARI F., Numerosi eventi per il decennale del “Mastodonte dei Giovi”, 10.09.2016, in http://www.inchiostrofresco.it/
[18] Lettera di Matteo Rocca, pubblicata sul sito www.viapiombelli.it. Si veda anche CERIGNALE F., Il sogno di Matteo: fiori e giardini tra i binari abbandonati di Fegino, 18.08.2016, in http://www.genova24.it/2016/08/sogno-matteo-fiori-giardini-binari-abbandonati-fegino-112610/; ID., Il bimbo alle ferrovie: “Realizzate un parco sui binari di Fegino, in La Repubblica, 19.08.2016; ID., Il “sogno di Matteo” diventa realtà ? Ferrovie risponde “pronti a cedere il binario”, 20.11.2016 in http://www.genova24.it/2016/11/sogno-matteo-diventa-realta-ferrovie-risponde-pronti-cedere-binario-170002/